COME POSSO AIUTARTI
Dimmi la verità, quante volte hai letto oggi la parola ‘Coach’? Sembra oramai diventata un aggettivo utilizzato accanto a una serie di lavori con l’obiettivo di dare una parvenza di maggiore professionalità, non trovi?
Quindi, a rigor di logica, dovrei togliere quel ‘Coach’ davanti al mio nome e presentarmi in modo più neutro. Sai perché non lo faccio?
Partiamo dalle basi: chi è un Coach? Molto semplicemente: un allenatore. Nelle arti marziali, disciplina che mi ha accolto anni fa e mi ha formato portandomi a vincere 10 campionati del mondo, il Coach viene chiamato Maestro.
Per diventare Maestro devi studiare, tanto. Allenarti, tantissimo. Cadere, innumerevoli volte. Non mollare, mai.
Devi conoscere e scoprire ogni lato della tua mente, ancora prima che del tuo fisico e delle tecniche che ti porteranno ad iniziare come un ragazzetto che va in palestra per darsi un po’ di arie e a finire come un uomo che va in palestra per capire e dominare la sua mente, il suo istinto, i suoi talenti.
Devi imparare che il talento serve a molto poco, senza disciplina. Devi imparare che la mente ti porterà dove vuoi, anche se il fisico sembra dirti il contrario. Devi imparare che i sogni non servono a nulla, senza una serie di azioni. In ultimo, devi imparare che i sogni uniti alle azioni diventano obiettivi, e che devi porti una serie di obiettivi per arrivare dove vuoi.
Adesso sai perché non tolgo quel ‘Coach’ davanti al mio nome. Perché ogni volta che lo sento o lo pronuncio mi ricordo di ogni tappa del mio percorso, e di ogni tappa del percorso delle persone che ho accompagnato per un pezzo di strada, lungo o breve.
Alby, il Mental Coach
Oggi non alleno più solo gli atleti in gara. Dopo la decima coppa del mondo ho abbandonato le competizioni e ho ricoperto per qualche anno il ruolo di direttore tecnico della nazionale Italiana di arti marziali free style.
Il lavoro con gli atleti era lo stesso che avevo fatto per me:
focalizzazione, consapevolezza, allenamento, disciplina, ripeti dall’inizio.
Lavorando con gli atleti, però, sono entrato in contatto con il mondo degli imprenditori e mi sono reso conto che il metodo era lo stesso: definizione degli obiettivi, focalizzazione, consapevolezza, allenamento, disciplina.
Ho scoperto che gli imprenditori, come gli atleti, si allenano quotidianamente per dare il meglio nella vita – in azienda, a casa, con gli amici – e come gli atleti cadono spesso, si trovano spesso a dover lottare da soli, si sentono spesso inadeguati, sono spesso stanchi.
E, come gli atleti, hanno un solo limite, un unico nemico: loro stessi.
Ecco perché non solo non ho tolto il ‘Coach’, ma ci ho aggiunto ‘Mental’.
Alby, il Mental Coach – L’allenatore delle menti
Detto così suona un po’ magico, vero? Niente di più lontano dalla realtà.
Con il tuo mental coach ti alleni, non c’è niente di magico, semplice o sovrannaturale. Ti poni un obiettivo, lo visualizzi con tecniche specifiche, strutturi una serie di passi e li fai.
Ecco, questo sì che è semplice. E come tutte le cose apparentemente semplici è straordinariamente impegnativo.
Non c’è nemmeno niente di medico, psicologico o psicanalitico. Per quegli aspetti ci sono medici, psicologi e psicanalisti. Il mental coach non ti prescrive farmaci, non ti aiuta ad analizzare e metabolizzare il vissuto emotivo; semmai ti insegna a gestirlo. Non analizza le cause della sofferenza, cerca insieme a te le soluzioni che vanno bene per te, in quel momento.
Il lavoro che faccio con imprenditori, sportivi, liberi professionisti, team, aziende è quindi quello di lavorare sulla propria autoimmagine, potenziare i talenti rimuovendo gli autosabotaggi e allenando il dialogo interiore.
È più chiaro, vero? Ci sono degli aspetti che non ti sono chiari, immagino. Ti stai chiedendo se questo tipo di allenamento vada bene per tutti, per non chiederti in dettaglio se possa andare bene per te.
Parliamone, scrivimi e prenota una chiacchierata; te la regalo io.
“𝑽𝒊𝒗𝒊 𝒍𝒂 𝒕𝒖𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂 𝒅𝒂 𝒗𝒊𝒏𝒄𝒆𝒏𝒕𝒆!”